Boia che disagio: Firenze Libro Aperto

Sono preda di una vis polemica che scansateve, e voglio rendervi parte senza indugio delle mie considerazioni per niente carine e coccolose.

Firenze Libro Aperto – Le premesse

Trattasi della nuova fiera del libro di Firenze, seconda edizione. Anzi, come si evince dalla pagina Facebook a essa dedicata, “la seconda storica edizione” (???) del “primo Festival Nazionale del Libro a Firenze, aperto a piccola, media, grande editoria e al pubblico naturalmente. La comunicazione è il tema centrale”. E pensa se non lo fosse stato, dico io. Perché invece il primo grande disagio che ho riscontrato è stato proprio la strategia comunicativa del Festival. E non prendiamoci in giro: la comunicazione, ad oggi, mi è la base di tutto. Non può succedere che il sito ufficiale sia down nei giorni precedenti e negli stessi giorni dell’evento: dove prendo le informazioni che mi occorrono per decidere se andare o no, o cosa voglio vedere? Anche la pagina FB rimanda a un link senza citare il link. Per fortuna dai commenti si è capito dove diamine reperire ‘sto programma, anche perché insomma con “300 case editrici, quasi mille incontri” uno aveva magari voglia di farsi un’idea. Sui social peggio mi sento, pagina Instagram ferma al 6 settembre e pagina Facebook aggiornata a caso, con presentazione che sembra scritta da una quindicenne insicura (quale ero io stessa): “Abbiamo commesso degli errori, e li commetteremo ancora. Siamo nati per farlo, in fondo. Ma per questo progetto stiamo mettendo in gioco tutto quello che abbiamo. Stateci vicini”. Cioè. Boh.

E che cosa ti ha spinto ad andarci, di grazia?

(Visto che l’ingresso costava pure 10 euro, aggiungo io). Il fatto che ho bisogno di vedere con i miei occhi le situa, poi perché comunque il beneficio del dubbio è un diritto sacrosanto e inalienabile, ma soprattutto perché me lo ha chiesto in maniera estemporanea e meravigliosa un’amica che non vedevo da anni, e io agli incontri romantici tra i libri non so proprio resistere. E il tutto ha poi coinciso perfettamente con l’unica presentazione che mi sarebbe piaciuto vedere.

Firenze libro aperto

Ok, quindi nel concreto com’è andata?

Dal punto di vista romantico, benissimo. Chiacchiere, prosecco, un’altra amica riabbracciata e Stefano Solventi che presenta con Elisa Giobbi il suo The Gloaming. I Radiohead e il crepuscolo del rock, pubblicato da Odoya, un “progetto ambizioso” per raccontare cosa succedeva, a più livelli, negli anni dei Radiohead, un “saggio espanso” che racconta di quel simpaticone del rock nato già morto ma che in realtà non morirà mai. Ascoltare Stefano (e conoscerlo dal vivo dopo i social e il suo romanzo, La meccanica delle ombre, che tra l’altro vi consiglio) è stato un piacere, ascoltare i Radiohead in sottofondo, grazie al dj set, ancor di più, e questo sarà il prossimo non romanzo che leggerò.

Daiiii vogliamo le botte e il sangue!

Ok, eccoci. Mi sono rimaste addosso le luci al neon fastidiosissime, la desolazione dell’allestimento del Festival, senza veri e propri stand ma con tavolacci e tovaglie di velluto, smarrimento generalizzato, presentazioni in luoghi di passaggio, un sacco di editori a pagamento, la “ristorazione mai così varia e stupefacente” (glielo spiegate voi, intanto, che per dire “mai così” un precedente solo non basta? …vabbè) di una tristezza infinita (e ovviamente cara), orari dei concerti a caso (che poi anche qui, boh, che c’entra, fatene bene una di cosa intanto), nel seminterrato poi, che ansia.

Quindi no. Proprio no. Decisamente no. Io ci ho provato, e voglio dire, io di base AMO TUTTO, quindi prima di farmi salire il crimine ce ne vuole. Però le cose raffazzonate, gonfiate, non ancorate alla realtà, soprattutto, proprio non ce la posso fare. Addio, è stato orribile (ma grazie a Veronica, Viola – & Company! – The Gloaming e agli arancini di Ivan è stato tanto bello).

B.

 

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