Ovunque sulla terra un’altra cena: cronache di una presentazione incrociata

Seguendo le regole del buon senso che ha ricordato quel giovanotto di Francesco Quatraro, editore della pluriamata effequ – per cui se sei under 40 sei un giovane scrittore, e se pubblichi per la prima volta sei un esordiente, nel felice contesto di Green,go! una bottega sostenibile in cui si servono pure dell’ottimo alcol e dei deliziosi aperitivi, in una serata di fine inverno gli autori fiorentini Simone Lisi e Marco Marrucci hanno presentato uno le fatiche letterarie dell’altro, e ne è venuta fuori una delle mie combo prefe, risate da lacrime e discorsi (involontariamente?) altissimi sulle cose del libro e quindi della letteratura e quindi della vita.

C’è da dire, lo ammetto senza pudore, che io a Un’altra cena O di come finiscono le cose (effequ, 2018) e a Ovunque sulla terra gli uomini (Racconti, 2018) voglio particolarmente bene, ed è stato molto bello sentirne parlare ancora, e in questa modalità ganzissima.

Ma ecco i tratti salienti della sit down comedy chiacchierata tra i due scrittori. 

  • I giovini scrittori si sono sinceramente piaciuti molto (e se ne sono pure stupiti).
  • Il Lisi alza le mani e dichiara di non saper mai rispondere alle domande.
  • Uno ha fatto editing innamorandosi (perché quando scrive poi non si capisce niente e allora torna indietro), l’altro ha scritto prima l’indice e poi l’opera.
  • In uno lo spazio sono le poche stanze di un appartamento, e si sta isolati come in un dramma di struttura aristotelica. Con l’altro si viaggia in posti lontanissimi e sconosciuti, come sfogliando un atlante.
  • In uno siamo estremamente dentro questo tempo – senza che ciò provochi il solito fastidio per un qui e ora posticcio, nell’altro c’è una a-temporalità immaginifica – senza che sia sganciata totalmente dalla realtà.

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  • La mia frase su Un’altra cena “Un libro che può leggere un adolescente ma anche la mi’nonna” è ormai diventata patrimonio comune, perché Marco Marrucci la cita non sapendo che l’ho pronunciata io che son lì nel mezzo. Divento rossa, moltissimo.
  • Le questioni, quelle urgenti, quelle che dividono, quelle che ti rimangono dentro giorni dopo aver finito la lettura: dove si fa colazione e perché? 
  • La filosofia che non impegna ma emoziona.
  • Ci sono molti modi per arrivare alla pubblicazione, checché se ne dica.
  • Se siete editori probabilmente mangiate alette di pollo davanti al pc, sudando per l’ennesimo manoscritto che vi intasa la casella di posta elettronica.
  • Andare al ristorante dopo le presentazioni piace molto a Marco Marrucci – così come il brivido di parlare del proprio libro a qualcuno che non ne sa assolutamente nulla.
  • T.S. Eliot ha subito dei maltrattamenti durante questa presentazione.

Io direi che non potete più stare senza aver letto questi funambolici talenti, no?

B.

 

Buona la prima: presentazione di Ovunque sulla terra gli uomini di Marco Marrucci

Ci sono un’infinità di variabili da prendere in considerazione nella riuscita di una presentazione libresca: luogo, tempi, affluenza di pubblico, attenzione del pubblico, qualità del libro presentato, alchimia tra l’autore e chi lo presenta. Quando tutti questi elementi vanno in sintonia lo si percepisce chiaramente, come è successo ieri sera alla Cité – Libreria Caffè di Firenze, dove a un orario finalmente amichevole Edoardo Rialti ha presentato l’opera di esordio di Marco Marrucci, uscita per Racconti Edizioni.

Cos’è Ovunque sulla terra gli uomini?

È una raccolta di dieci racconti che vanno in giro per il mondo narrativo, una sorta di atlante più immaginario che fisico dove sono racchiuse le vicende di personaggi diversi, ma in cui la voce narrante sembra tornare, legata da un fil rouge stilistico ed espressivo di squarci e svolte drammatiche, identità rubate e visioni.

Dicci di più, ma non troppo

  • In tre quarti d’ora, in una Cité davvero gremita, Edoardo Rialti è riuscito a dire cose sul libro senza spoilerare nulla, a fare domande specifiche e intriganti, tenendo il ritmo altissimo.
  • Il fatto che fossero appollaiati su degli sgabelli, e dietro ci fosse una vetrata che dava sul marciapiede dove ogni tanto i passanti si fermavano incuriositi a buttare un occhio dentro per vedere cosa stesse accadendo, ha conferito al tutto una nota così urbana e metropolitana che proprio volavo.
  • Le conversazioni sul racconto per me potrebbero durare per sempre.
  • Carver c’è immancabilmente, anche quando la scrittura è tutt’altro che carveriana.
  • La presenza imponente di sciure fiorentine è stata un plus.
La citè
Foto della Cité
  • Alla domanda “che romanzi d’esordio di autori italiani emergenti consiglieresti di leggere” Marco ha risposto con due miei amoriUn’altra cena di Simone Lisi (effequ) e Dalle rovine di Luciano Funetta (Tunué). Io ho esultato tra il pubblico come una cheerleader. Scusate.
  • La storia editoriale di Marco Marrucci riassunta con “una grande botta di culo” è la vera eccezione alla regola nel mondo degli esordi. Lui non ha fatto la gavetta letteraria che passa per riviste e concorsi, prima di Ovunque sulla terra gli uomini non aveva scritto nient’altro, e infatti Racconti Edizioni lo presenta così: “Marco Marrucci ha inviato un manoscritto che adesso è il suo libro d’esordio”.

Quanto è…

  • Buffo chiacchierare con l’autore (Sergio Oricci) di un romanzo (Cereali al neon edito da efequ) appena letto e che ti è garbato tantissimo e di cui andrai alla presentazione tra due giorni.
  • Benaugurante assistere all’assalto alla pila di libri da parte del pubblico.
  • Balordo fare una figura di merda con l’autore al momento del firma-copie, rispondendo con “Ah boh!” alla domanda “cosa metto?”, che stava chiaramente per “come ti chiami”, ma io non ci sono arrivata.
  • Bello avere una sorella che ha i tuoi stessi gusti sulla Vita.
  • Buono il ramen!
  • Boia dè che figata aver già letto due racconti per la troppa curiosità e non rimanere delusa per niente, bensì coinvolta e rapita da una scrittura che ti tiene senza respiro per tutto il tempo della storia.

B.