Una sarabanda di libri a caso #5

In questa listina c’è un libro che ha aspettato quasi sei anni per essere letto. E poi in due giorni l’ho divorato. Mi ha fatto venire in mente altre narrazioni lette tutte d’un fiato, sotto l’egida del Progetto Fofi. Sono tutti libri scritti da femmine, e il fatto che siano venuti fuori dagli scaffali in maniera spontanea, quasi da soli, mi ha fatta sorridere e non poco.

  • Margaret Laurence, L’angelo di pietra, Nutrimenti 2012: un romanzo dal quale è stato impossibile staccarmi. Capivo, finalmente, quale fosse il genere che più mi apparteneva, storie di vita vissuta, disagio di provincia, ambiguità del personaggio protagonista. Non per niente la canadese Laurence è considerata la controparte femminile del Faulkner della contea di Yoknapatawpha – c’è qualcos’altro da aggiungere? Sì: che ogni singola parola della storia di Hagar, la protagonista e voce narrante, ti resta tragicamente attaccata alle viscere. E sei lei, sei coloro che racconta, sei vita, sei morte, fulcro e motore che ossigena il cuore.
  • Maria Barbal, Come una pietra che rotola, Marcos y Marcos 2010: ecco, qui ci ho versato abbondanti lacrime. Che vi devo dire, a me la narrazione della durezza del mondo contadino mi annienta. Soprattutto quando si interseca a una storia d’amore d’altri tempi, che si avvinghia a sua volta con la lotta rivoluzionaria per cercare la giustizia, il pane, la terra. Una donna, Conxa, che si fa centro del mondo quando questo le volta le spalle, la sua fierezza e la sua indipendenza mi scossero in un momento di profonda stasi, e gliene sono ancora grata.
  • Sibylle Lewitscharoff, Blumenberg, Del Vecchio Editore 2013: questa è la lettura che tanto mi ha attesa -e poi stesa. Mi era stata consigliata dall’editore al lontano Pisa Book Festival del ’14. Non so perché fosse rimasto lì, forse perché la parola “filosofia” associata a un romanzo mi crea sempre un po’ di terrore. E adesso in verità vi dico, andate e leggetene tutti, perché ogni singolo personaggio che ruota intorno al filosofo Blumenberg vi dirà qualcosa in più di voi stessi, ma soprattutto è una lettura che reca piacere immenso a livello di parole, di stile, è porca miseria Letteratura, che gioia, che benessere, che sollievo! Le parti sull’Egitto e sul Sud America una cosa che boh.
Roar
  • Marlene Van Niekerk, La via delle donne, Neri Pozza 2010: questo romanzo è meraviglioso. L’ho divorato nonostante la mole, mi ci sono immersa totalmente, l’ho vissuto sulla pelle e sentivo le ferite aprirsi pagina dopo pagina. La costruzione narrativa è molto particolare, cosa che va di pari passo con la difficoltà di ciò che viene narrato, la vita di Agaat, schiava africana, e di Milla, afrikaner che la educa a sua immagine e somiglianza. Lo stream of consciousness si alterna a dettagli particolareggiati, e si crea immediatamente la voglia di sapere come si mette insieme ogni singolo tassello della storia. Ogni personaggio porta in sé l’ambivalenza tipica della vera Letteratura; la Storia sudafricana non è mai esplicitata, ma ben presente in sottofondo. Un capolavoro di commozione e angoscia, indignazione e bellezza.
  • Julie Otsuka, Venivamo tutte per mare, Bollati Boringhieri 2012: una narrazione particolarissima, delicata e insieme cruda, poetica testimonianza di esistenze ai margini, ma raccontate e quindi vivificate. Non ci si riesce a staccare da tutte le vicende che vi sono raccontate, alla prima persona plurale, un coro di voci che ti mettono a parte del loro destino di spose giapponesi destinate agli americani. Corri fino alla fine sperando in una salvezza che sai però già essere vana. Credo sia davvero raro riuscire a raccontare storie del genere senza cadere in banalità o forzature. Super super consigliato.

Buone letture (anche dalla Mimì),

B.

Una sarabanda di libri a caso #3

Ho pescato un po’ a caso nello scaffale della letteratura americana: è uscito un titolo letto quattro anni fa, tre titoli letti in questi ultimi strani mesi e uno freschissimo di lettura.

  • Richard Ford, Rock Springs, Feltrinelli 1989: mi sono imbattuta in Ford nel 2014. Ho iniziato a caso da Sport Writers, e poi come il più delle volte mi succede non ho continuato. Nel ’17 ho letto Tra loro, posseggo già Il giorno dell’indipendenza e ora che ho letto questa raccolta di dieci racconti mi sento di dire che lo amo. C’è proprio tanta America, però insieme al disagio di un luogo dimenticato da dio come il Montana e di ciò che Ford ne racconta, c’è una delicatezza e un barlume di positività che traspare sempre da ogni racconto, anche dal più cupo. Racconti prefe: Amore, Figli, In malora.
  • Daniel Woodrell, La versione della cameriera, NNE 2019: regalo della I., me lo sono divorata. Belli, belli quei romanzi da cui non riesci a staccarti; vorresti rallentare ma proprio non riesci, la scrittura non te lo permette, né tanto meno la storia: quella di una sala da ballo che nel 1929 è esplosa durante una festa, e i cui colpevoli non sono mai stati scoperti. Ma Alma, nonna di Alek, la voce narrante (la descrizione iniziale pazzesca), ha raccontato al nipote la sua versione dei fatti e quindi no, dovete proprio galoppare verso la fine per poi scuotervi di dosso lo stupore, la polvere e i detriti che vi sono rimasti addosso.
  • Elizabeth Strout, Olive, ancora lei, Einaudi 2020: dopo lo spavento assoluto per non aver apprezzato Mi chiamo Lucy Barton e il trauma del passaggio da Fazi a Einaudi, ho tirato un sospiro di sollievo con Tutto è possibile, per poi aprirmi in un sorriso definitivo con il ritorno di Olive Kitteridge. Sono felicissima per come Strout sia riuscita a inserire il presente senza farlo sembrare posticcio, come si sia tenuta lontana dai piagnistei ma allo stesso tempo vicina alla commozione (io ho pianto salve), come abbia portato avanti il suo personaggio fino alla fine, inserendo riferimenti anche agli altri suoi romanzi. La adoro, fine. Racconti prefe: Pulizie, Luce, Cuore.
E invece no, aprile 2020
  • Jenny Offill, Sembrava una felicità, NNE 2015: un romanzo che mi ha aspettato cinque anni e che sono molto felice di aver letto a maggio: ci stava abbstia. Sottotitolo implicito: “e invece no”. Mi ha fatto sentire viva, è un romanzo che non tratta chi lo legge come un decerebrato ma che richiede attenzione e ti smuove cuore e cervello. Ti ritrovi a cortocircuitare con la protagonista, ti verrebbe a tratti da tirarle i nocchini e a tratti da farle tante carezze. Il racconto di una storia d’amore moderna senza stereotipi né facili cliché. Pagina 83 POSTER.
  • Roger Rosenblatt, Una nuova vita, Nutrimenti 2016: oh, questo libro. Quanto l’ho amato. E quanto l’ho inaspettatamente, amato. Avevo iniziato a leggerlo con un sacco d’ansia e pregiudizi, e invece mi ha completamente resa inerme e sciolta e fatto versare lacrime e so che dovrei, potrei rileggerlo, ma non ce la fo, fatelo voi per favore. È il memoir dell’esperienza dello scrittore sulla nuova vita che lui e sua moglie hanno iniziato dopo l’improvvisa morte della figlia. Un abbraccio lungo un libro, una secchiata di realtà, di tenerezza e di umiltà: vi ci vorrà la copertina, anche con i 39° odierni.

Buone letture, alla prossima,

B.