Pisa Book Festival 2019

Ieri avevo paura, allora ho fatto un salto al Pisa Book Festival, che mi dà tanta sicurezza perché è il festival letterario più uguale a se stesso della storia dei festival letterari (su The Buzzing Page, nel remoto ’14, ci avevo dedicato 10 post (risate di sottofondo). Li trovate nella sezione The Buzzing Fair, tendenzialmente è tutto proprio identico, solo nel frattempo sono usciti una valanga di libri belli che probabilmente non ho letto).

E allora ho spinto veloce, mi sono finta Stefano Accorsi che fa le garette e ho girato come una trottolina – amorosa, dududadada.

L’obiettivo di passare inosservata temo se ne sia andato beatamente TAT ❤

Se non ci siamo visti ci si becca alla prossima!

Vi ricordo che oggi potete andare e amare tutti pure voi. Come? SBORSANDO SOLDI!

ATTENZIONE: L’ingresso costa 6 euro e non hanno dispositivi elettronici di pagamento, mentre gli editori sì!
Il bancomat al palazzo dei congressi è in culonia e non funge. Volete pagare cash? PORTATELO! Volete pagare con le carte? LO POTETE FARE IN SERENITÀ E FIDUCIA.

Dentro è caldo, vestitevi a cipolla. Il guardaroba costa 1 euro. Fuori è freddo, a Pisa è umido, i corridoi sono stretti e scivolosi, favorite le ore diurne e in chiusura se volete calma. È bel tempo, la zona delle Piagge è stupenda, poi potete fare anche una passeggiata.

I ragazzi che fanno accoglienza e assistenza nelle sale e tutto il resto sono molto gentili, chiedete TUTTO a loro perché non si capisce nulla e i corridoi sono labirintici.

Nota bene, c’è il piano di sopra, non lasciatevelo sfuggire!

OGGI CI SONO INCONTRI BELLI, googlate il programma.

Ciao buona domenica!

B.

Cronachine dal Salone del Libro – #SalTo19

Cronachina sul Salone del Libro 2019 divisa in aree tematiche per facilitarne la consultazione a seconda di ciò che più vi aggrada. Le robe serie le trovate sui canali seri, lo sapete no?

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Logistica e spazi

  • Controlli che manco all’aeroporto – e che ho passato solo grazie alla condivisione social su quello che non si poteva portare (tipo le borracce, Greta e io vi odiamo). Non fanno entrare le bottigliette col tappo come ai concerti (boh) e se hai il deodorante spry nel bagaglio ti senti braccata manco tu stessi trasportando la droga dalla Thailandia.
  • Se non hai il pass giusto o solo il biglietto normale non puoi uscire e poi rientrare: fate qualcosa contro questa barbarie grazie.
  • L’ingresso degli addetti ai lavori riserva sempre delle gioie. Highlight: il tizio che sbraita perché non gli hanno portato il pass e “con tutto quello che faccio per il Salone!” (cazzosei Lagioia?).
  • Il nuovo spazio Oval: per me è un grande sì. Ti permette di pigliare una boccata d’aria ogni tanto e sentirti meno alienato, la passerella sabato era intasata ma la domenica avevano già messo i cordoni per separare le direzioni. Corridoi larghi e tanta luce grazie alle vetrate, tanti editori grandi in modo da evitare che non fosse cagato.

Eventi, incontri, libri

  • Vanni Santoni : Salone del Libro = Violetta Bellocchio : Book Pride Milano. Panel su panel carichi come le mine a presentare gente bomba e a fare discorsi altissimi, solo applausi e poi barelle.
  • La scena fiorentina (aka scenicchia) fa i culi pure a Torino: il panel per la presentazione dell’ultimo numero di THE FLR – The Florentine Literary Review, a tema FAKE, è stato assai ganzo – ma voglio denunciare l’applauso negato a Gregorio Magini, non si fa diobonino! Volete leggere le voci più interessanti del panorama letterario contemporaneo? Qui ne trovate di veramente bòne.
  • Orgoglio pistoiese allo Spazio Super Festival, gremito per sentir parlare del Festival L’anno che verrà – I libri che leggeremo, ideato dal baldanzoso Martino Baldi. Solo su @tortadilatte trovate il circolino con le stories dell’edizione 2018! Ma bando al campanilismo toscano, vi segnalo pure il Premio Letteraria e Leggo Quindi Sono.
  • La tematica del lavoro è stata preponderante: Elvira Navarro, autrice spagnola in uscita il 23 maggio per LiberAria con La lavoratrice, il sindacalista Aboubakar Soumahoro e Nadia Terranova, insieme per presentare il libro Umanità in rivolta, edito da Feltrinelli – un incontro veramente emozionante, e il messicano Eduardo Rabasa con Peppe Fiore e Giulia Zavagna e il suo Cintura nera (uscito in aprile per edizioni Sur, su L’Eco del Nulla ve lo raccontano).
  • E poi l’accettazione di sé e la bellezza diversa (leggete Petali di Guadalupe Nettel edito da La nuova frontiera), nuovi punti di vista, gli esordi letterari, lo scouting, le riviste, la lingua spagnola (ospite del Salone per mia enorme gioia), i grandi scrittori in assenza (Mircea Cărtărescu e J.D. Salinger rappresentato dal su’ figliolo – che figata).

 

  • Il momento La Bea racconta i libri effequ è stato tanto bello, again. Ho ragionato per due ore e mezza (davvero) con la gente bellina di libri che mi son garbati abbestia, ma secondo voi quanto posso esser stata felice?

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Consigli non richiesti per un futuro migliore

  • Lavatevi di più, oh genti, usate prodotti igienici validi e vestiti puliti, perché PUZZATE.
  • Evitate di piantarvi all’improvviso in mezzo ai corridoi. Vedete qualcuno che conoscete? Spostatevi di lato e ragionateci pure all’infinito. Siete in dubbio su dove andare? Dovete cercare una cosa nello zaino? #scansatevi
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Messaggi assolutamente non subliminali 
  • Portatevi il cibo: barrette, frutta, panini (i kinder cioccolato no, che si sciolgono porcoilkaskdajlj): risparmiate e non dovete fare l’ennesima fila. Una piadina costa sette euro, giuro. L’acqua compratela ai baracchini degli hot-dog fuori ore pasti.
  • Mettersi scarpe comode sembra eccessivo ricordarlo, ma lo farò lo stesso. Farsi venire le vesciche è l’ultima cosa che vorrete, date retta.
  • Se c’è dell’assembramento un occhio buttatecelo, scoprirete senz’altro qualcosa di nuovo e interessante.

Considerazioni random e cazzi miei 

  • Questo è il primo Salone con Lagioia a capo della direzione editoriale a cui partecipavo, e rispetto a prima mi sembra che la qualità si sia impennata verticalmente.
  • Le cose che fanno sanguinare gli occhi per fortuna ci sono sempre e di conseguenza le cronache di Alberto Forni aka Fascetta nera rimangono le mie preferite in assoluto FOREVER.
  • C’erano degli stand pazzeschi, pazzeschi. L’impegno degli editori è qualcosa che a me continua a riempire di gioia.
  • Le genti belle sull’instagram mi hanno fatto partecipare anche a tutto quello che non ho visto live, yay!
  • Sul caso Altaforte, leggere qui.
  • Come si fa antifascismo? Facendo cultura in maniera inclusiva e ragionando di lavoro, diritti, genere, spazi. Mi sembra che in questi giorni sia stato fatto da molte parti.
  • Allo stesso tempo, le genti della cultura si devono ricordare un pochino più spesso che non fanno le cose per loro stessi – per parlarsi addosso c’è il mondo dell’Università amici, basta quello, grazie, cuori.
  • La parte più bella del Salone? Il Bookstock Village, lo spazio dedicato ai bambini e ai ragazzi. Mi sono anche imbattuta nella mostra Herstory e mi sono emozionata.
  • Mantenere le mie buone abitudini durante il delirio del Salone = benessere vero.
  • Sono sempre la solita gonfia e faccio le cazzate, però senza volermi flagellare col cilicio.
  • La guerra delle borsine di tela è una delle parti delle fiere che continuo a preferire.
  • Le mie amiche sono belle, e in presenza, e in assenza.
  • Incontrare la gente al Salone è molto bello ma anche molto difficile. Fare tutto quello che si vuole al Salone è ugualmente arduo. Non sono più un folletto saltellante sotto effetto di coca, e me ne sono grata, cazzo. Quello che non sono riuscita a fare a ‘sto giro lo faccio al prossimo, peace and love. Io me la sono goduta. 
  • Torino, torno presto pure da te (ho promesso a Davide Scabin che vo a fa’ il brunch da lui al Mercato Centrale, d’altra parte).
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C’è della bellezza

B.

 

Bollettino sulle voci inside my head #12

Mi sembrano passate intere ere geologiche dall’ultimo Bollettino, e invece sono trascorse solamente due settimane. Me ne sono successe di ogni. Così, all’improvviso, BAM!, una via l’altra. Ma io a ‘sto giro non mi faccio fregare. Eh no. Me ne sto zitta zitta e buona buona, continuo a stare nel mio, a mangiare a colazione il mio yogurt con frutta fresca, miele e cereali come se fossi in vacanza in Grecia, ad andare in palestra – con un borsone nuovo dopo, attenzione, OTTO anni da quello acquistato nel 2011 e che non ne poteva più, e a praticare lo zen o l’arte della manutenzione dei cazzi miei. Perdonate i frequenti francesismi su questo blog, sono pur sempre una donna di provincia.

Cosa mi manca in questo periodo? Stare spiaggiata sul divano a spararmi puntate e puntate di serie tv, andare al cinema (ad aprile non ci sono mai andata, uffi – menomale ho rimediato con la proiezione all’Ostello Tasso a cura dei tipi di In Fuga dalla Bocciofila, la prossima volta ci andiamo insieme?), indossare i miei capi-spalla primaverili (serve davvero dire qualcosa sul clima di questi giorni? Cioè una ce la mette tutta per combattere la depre e poi quando la mattina tira le tende di camera e vede il nebbione non dovrebbe rintuzzarsi di nuovo sotto le coperte? Ditemelo voi!), fumare ottocento sigarette di fila senza soluzione di continuità (107 giorni senza, posso forse iniziare a dirlo in giro con un po’ più di convinzione), sfogliare notizie leggere e scaccia pensieri, stare di più coi miei amici.

I giorni prima del Salone del Libro sono frenetici e deliranti. Per quelli che i libri li devono vendere. A cose normali. Figuratevi in questi giorni con tutto il disagio che è scoppiato. Cosa devo dirvi io, se non che appoggio chi ha scelto di non partecipare al Salone, ma pure, chiaramente, chi al Salone ci va – perché è una questione complessa, che qualcosa ha smosso, ma che più che altro ha dimostrato – se ce ne fosse stato ancora bisogno – che siamo veramente nella merda.

Per me in quanto B. è un Salone importante: ho riguardato le (poche) foto di quello del ’15 e di quello del ’16, e boh, mi sono un po’ venuti i brividi: altro che ere geologiche, era completamente un’altra vita.

Sono ancora qui che sto scegliendo a quali incontri partecipare, pensando a come comprimere i miei outfit nello zaino, a quando lavare i capelli per avere un timing perfetto, a come potrò mantenermi idratata senza dover correre in bagno ogni ora, ma intanto voglio dirvi cosa farò “ufficialmente”:

  • Grazie a LiberAria incontrerò la scrittrice spagnola Elvira Navarro, di cui la casa editrice pugliese ha appena pubblicato il romanzo La lavoratrice, che ho potuto leggere in anteprima e di cui, dannazione, non vedo l’ora di parlarvi.
  • Come al BookPride, stazionerò allo stand degli adorati effequ (se cliccate c’è il sito nòvo, badate che bellino!) e vi spaccerò un po’ di librini bòni. Lo farò sabato 11 maggio dalle ore 16.00.

E poi ho voglia di provare meno panico possibile ma nemmeno di dare l’impressione di essere fatta di cocaina. Ho voglia di incontrare le persone, di sbirciare scrittori e personaggi famosi, di sfogliare libri da mettere nella lista dei desideri, di continuare a mettere in moto il cervello. Con calma e per benino.

Ci si vede a Torino?

B.

Le uscite editoriali di aprile

Aprile dolce dormire? Mammagari! Ecco, indefessa, la mia listina prêt-à-porter delle uscite editoriali che hanno solleticato il mio interesse.

Sebbene l’aprile dell’editoria sia solo una angosciata ed esangue attesa verso il Salone del Libro, un rincorrere di scadenze, lanci, preparativi, ansie da prestazione, ultimi appuntamenti da fissare e altre cose noiose, i libri escono lo stesso – anche se il meglio, quei furbacchioni, se lo tengono in canna per il maggio.

Trattandosi di libri “che mi interessano”, significa ovviamente che quelle elencate di seguito non sono tutte le uscite delle case editrici citate (o che pubblicano in terra italica), ma quelle che vorrei, prima o poi, leggere. Si tratta solo di narrativa, quindi romanzi e racconti, no saggistica, no graphic novel (anche se ultimamente sento pure il bisogno di altro, ma intanto continuo a segnarmi solo narrativa – è anche vero che l’ibridazione è sempre più spinta, e ci sono segnalate opere che non sono propriamente “romanzi puri” – fra mille virgolette). No ristampe, no nuove edizioni se non particolarmente degne di nota. Ci sono dei libri che forse non acquisterei ma a cui vorrei comunque dare una possibilità. Mi rendo conto che invece ci sono delle cose a cui una possibilità non gliela voglio dare manco per sbaglio. Scusatemi.

Anche a ‘sto giro, se secondo voi mi sono persa qualcosa di fondamentale, segnalatemelo, così come se vi sembra che abbia incluso qualcosa di trascurabile. Per la vostra comodità ho messo il link diretto alla scheda on-line del sito della casa editrice. Approfittate del mio disagio mentale e fatevi la vostra sottolista :).

Buone letture,

B.

CASE EDITRICI INDIPENDENTI

Adelphi

Alessandro Polidoro Editore

Chiarelettere

e/o

Edizioni Clichy

Fandango libri

Fazi

Keller

Iperborea

Il Saggiatore

La Nave di Teseo

La nuova frontiera

Lindau

Marcos y Marcos

Minimumfax

NNE

Racconti

Safarà editore

Sellerio

Sur

 

GRUPPI EDITORIALI

 

Einaudi

Giunti/Bompiani

Guanda

Mondadori

Neri Pozza

Ponte alle Grazie

Su Materia, Benevolenza cosmica ed esordi letterari

A  marzo ho letto due libri belli: sono due romanzi d’esordio molto diversi tra loro, ma che tratteggiano entrambi scenari futuribili e che hanno il grande pregio di far azionare parecchio il cervello del lettore: Materia • la fuga degli elementi di Jacopo La Forgia per effequ (due presentazioni, due strilli perfetti: “romanzo di racconti”, Laura Pugno. “Romanzo distopico-mitologico”, Francesco D’Isa) e Benevolenza cosmica di Fabio Bacà per Adelphi (un esordio letterario made in Adelphi è esso stesso un evento distopico-mitologico). Dicevo, mi son proprio garbati: Materia è una favola ecologica che evoca un futuro negativo parecchio vicino al nostro, ma siamo già al dopo, e in realtà è un’apocalisse rimandata penso io, in cui navighiamo in scenari che sono e non sono, e che ci lascia punte di amaro, punte di dolcezza onirica, e voglia di combattere anche se forse è troppo tardi (nulla via mi è garbato proprio abbestia). Benevolenza cosmica – definito “divertentissimo” in quarta di copertina – io volo al pensiero del concetto di divertente dei tipi di Adelphi, è effettivamente un romanzo intrigante e ironico, collocato in una Londra spostata un pelo in avanti rispetto a ora (quindi leggermente distopico), in cui succedono cose strane e ci si interroga sul destino e in generale sugli eventi della vita. In me ha suscitato pensieri e domande, ho sottolineato molto e disegnato cuori accanto a frasi e quindi ve lo consiglio.

Sulla scia di queste letture e quindi dei loro autori vi lascio dei cenni sugli esordi letterari, cose random che però oh, a me interessano un sacco.

  • Quando si parla di esordi ci sono delle basi che non si possono ignorare. Vanni Santoni sta facendo da anni proseliti sulla questione, quindi mi limito a riportare alcuni dei suoi mantra che ho ascoltato/letto in molteplici situazioni, non ultima l’incontro  “Gli esordi letterari”, in collaborazione con il Premio Calvino, a Firenze RiVista: bisogna conoscere il mondo dell’editoria (adorabile aneddoto di lui che manda il suo manoscritto a Iperborea); bisogna scrivere ammerda e far circolare le proprie cose sulle riviste; bisogna partecipare, e magari organizzare cose letterarie. Nello specifico il Calvino, di cui è stato in giuria lo scorso anno, è sicuramente uno dei concorsi che più si dà per cercare e sondare tra le giovini scritture.
  • Proseguendo l’argomento Santoni è impossibile non parlare della collana romanzi di Tunué da lui diretta da quando è nata nel ’14. “Qui si persegue un lavoro artigianale e incendiario, portando alla luce proprio quei romanzi in cui è racchiuso qualcosa di nuovo. Ciò che si cerca è l’ormai celebre sconfinamento, una modalità che era già presente, ma che da allora determina una direzione nella narrativa italiana di qualità. In altre parole, sono romanzi fighissimi, ve li dovete leggere tutti, io ancora non ne ho trovato uno che mi abbia delusa” (scusate mi autocito dall’articolo che ho scritto per GoodBook.it in occasione dell’imminente uscita del romanzo d’esordio dello Zandomeneghi, Il giorno della nutria). Vi ricordo che l’esordio di Funetta, Dalle rovine, per me resta una delle cose più pazzeschissime di contemporanea in circolazione.
  • Se nei primi anni Duemila (si legge quindici anni fa, ci si mettono le mani nei capelli) il ruolo primario di fucina di nuovi talenti era ricoperto da minimum fax – credo sia insindacabile l’importanza che ha ricoperto la casa editrice romana nella cernita e nel lancio di scrittori emergenti che adesso già rientrano nel canone della letteratura italiana (sì porca miseria, leggetevi i nomi di antologie come La qualità dell’aria Voi siete qui), adesso quel ruolo prima di ricerca deep down nei blog e nelle riviste e nei premi letterari e poi di aggregazione la sta facendo effequ, a partire da Selezione naturale • Storie di premi letterari, a cura di Gabriele Merlini, del 2013, che iniziava a raccogliere scrittori (già editi) della “scena” fiorentina, e poi con ODI • Quindici declinazioni di un sentimento nel 2017 (sempre a cura di Merlini, in cui c’è una postfazione del mai citato Santoni che spiega in maniera estesa tutto quello che sto cercando di riassumere io). Leggete chi c’è in Odi e tra un pochino se ne riparla.
  • Poi succedono pure cose assurde tipo quello che è successo a Marco Marrucci che ha mandato dal niente un manoscritto (di qualità altissima eh) e glielo hanno pubblicato. Ribadisco che, come canta ManuelAgnelliAmoreMio, Ci sono molti modi.
  • Sempre parlando di canzoni, Caparezza cantava che il secondo album è sempre il più difficile nella carriera di un artista: ebbene, non è così scontato che il secondo romanzo esca in tre balletti, tutt’altro: ne parlava per esempio, proprio da scrittrice esordiente che presentava il secondo romanzo di un’altra scrittrice, Marta Zura-Puntaroni (che ha esordito con minimum fax) con Maura Chiulli (che ha trovato in Hacca una seconda casa). Però forza bimbi, che io vi voglio leggere ancora!

Fine del pippone, ci vediamo lunedì con un post stupido, addio.

B.

Le uscite editoriali di marzo

Ecco a voi l’elenco più temuto e rispettato di Cose con la B, ovvero la mia personalissima e adorabile selezione delle uscite del mese appena concluso.

Trattandosi di libri “che mi interessano”, significa ovviamente che quelle elencate di seguito non sono tutte le uscite delle case editrici citate (o che pubblicano in terra italica), ma quelle che vorrei, prima o poi, leggere. Si tratta solo di narrativa, quindi romanzi e racconti, no saggistica, no graphic novel. No ristampe, no nuove edizioni se non particolarmente degne di nota (anche questo mese qualche nuova edizione degna l’ho inserita – tipo Targhetta, occhi a cuore!). Ci sono dei libri che forse non acquisterei ma a cui vorrei comunque dare una possibilità. Mi rendo conto che invece ci sono delle cose a cui una possibilità non gliela voglio dare manco per sbaglio. Scusatemi.

Anche a ‘sto giro, se secondo voi mi sono persa qualcosa di fondamentale, segnalatemelo, così come se vi sembra che abbia incluso qualcosa di trascurabile. Per la vostra comodità ho messo il link diretto alla scheda on-line del sito della casa editrice. Approfittate del mio disagio mentale e fatevi la vostra sottolista :).

ATTENZIONE: mi erano venuti seri dubbi sulla collocazione di Adelphi già dal Book Pride di Genova – visto che era lì alla fiera dell’editoria indipendente, ma quando ho stilato l’elenco delle mie letture fatte e potenziali del ’18 me ne sono amabilmente sbattuta. Poi però il tarlo continuava a corrodermi e a ‘sto giro ho speso due minuti per googlare e niente, Adelphi dal 2015 è una casa editrice indipendente (ma io nel 2015 mi sono persa un po’ di cose). Quindi è stata spostata di collocazione anche nei precedenti post (se invece continuo a non averci capito nulla vi prego ditemelo).

ATTENZIONE/bis: ho finalmente approcciato Edicola Ediciones, la casa editrice più amata dai bookblogger, a quanto pare: la trovate raccontata in lungo e in largo nell’internet, non vi metto link perché si trova la qualsiasi. Io arrivo tardi ma a Book Pride li ho conosciuti e amati in tre due uno.

Buone letture e buon week-end!

B.

CASE EDITRICI INDIPENDENTI

 

Adelphi

Alessandro Polidoro Editore

Casa Sirio

Cliquot

Edicola Ediciones

Edizioni Black Coffee

Edizioni Clichy

Edizioni di Atlantide

Effequ

Elliot

Fandango libri

Fazi

Giuntina

Keller

Iperborea

Il Saggiatore

L’Orma

La nuova frontiera

LiberAria

  • Osvaldo Soriano, Nero, il gatto di Parigi

Lindau

Marcos y Marcos

Minimumfax

Neo

NNE

Sellerio

SEM

Sur

 

GRUPPI EDITORIALI

 

Einaudi

Feltrinelli

Giunti/Bompiani

Marsilio

Mondadori

Neri Pozza

Solferino

 

Un trip chiamato Franco Maria Ricci

Allora, questo post fa parte della rubrica #scusatemavelodovevodire: scusate, ma sento proprio il dovere morale di lasciare testimonianza dell’esperienza assurda che ho fatto ieri, insieme al Genitore Uomo, alla manifestazione il Filo di Arianna, una mostra/mercato di libri di pregio, nel Labirinto di Franco Maria Ricci.

Quello che sapevo è che avrei trovato la mia amica Marina di book-à-porter, la creatrice dei meravigliosi portalibri di cui sono ultrafan. La parte in cui riabbraccio Marina e faccio scorta delle sue creazioni è stata un pieno di bellezza, entusiasmo e sorrisi, come sempre:

Quello che però vi voglio raccontare è il trip infinito che mi ha provocato la scoperta del mondo di Franco Maria Ricci. Io (che sono stronza) non conoscevo cotal personaggio, il mi’ babbo (che non lo è) ovviamente sì, ma insomma nessuno dei due si aspettava di vivere un’esperienza del genere. Mi sono innamorata, voglio essere allo stesso tempo lui, la sua amante, la sua musa, o l’amante del suo giardiniere, fa lo stesso. Il signor Franco Maria mi nasce aristocratico, prosegue come grafico pubblicitario visionario, poi mi diventa editore e collezionista: io a intuito direi che è un mecenate egotico, folle e straordinario, mondi che noi plebei non riusciamo nemmeno a immaginare ma porca miseria il Ricci ci apre le porte (per 18 euro) e ci fa accogliere da giovani donne bellissime e giovani uomini bellissimi e io sono decollata.

“Ho sognato di essere un Giardino, un Museo, una Biblioteca, una Casa editrice, una Sala delle Feste e dei Balli, a Piazza di un Borgo con la sua Chiesa, un grande Dedalo botanico. Dal loro insieme è nato il luogo che io chiamo IL LABIRINTO”

E vi giuro vi giuro è tutto vero: ha fatto quello che fanno gli americani con il niente, lo rendono fruibile con parcheggi comodi, attrazioni stupide e punti ristoro soddisfacenti, ma qui c’è anche dell’attenzione estetica spinta e una sincera ricerca della qualità e della bellezza – con un retroterra da intellettuale raffinato e ricco che insomma aiuta.

Prima io e Padre abbiamo fatto il labirinto in bambù, perché lo dovevo alle mie amiche C. e C., a Jack e alla letteratura inglese medievale. Ci siamo aggregati a due adorabili bambine di 10 anni che se la vivevano abbestia e che ci hanno condotto sani e salvi fino alla Corte Centrale (sì, è un’esperienza da fare). Sotto le logge c’erano gli espositori del Filo di Arianna; al centro, su un curatissimo pratino, delle eleganti sedie in vimini con eleganti persone che si intrattenevano in amabili conversazioni. Infine, si stagliava alta nel cielo blu una piramide. Perché è evidente che se non hai una piramide non sei nessuno.

Ci siamo fatti con lentezza estrema tutti gli stand degli espositori, alternativamente sbavando o guardandoci con fare contrariato, scambiandoci occhiate saccenti, commentando qualsiasi volume, dal manuale di botanica dell’800 a una delle prime edizioni degli Ossi di Seppia di Montale. Il mondo del libro antiquario è uno di quegli universi sommersi per cui forse non sarò mai pronta.

A un certo punto è spuntato Vittorio Sgarbi (che è un bestie del signor Franco Maria).

Ma quello che mi ha definitivamente portata nell’iperspazio sono state la Collezione permanente – dove il signor Franco Maria ha raccolto le opere che ha accumulato serialmente negli anni (e che includono quadri settecenteschi con soggetti buffi, statue a perdita d’occhio, ballerine art-decò e dipinti di Ligabue), e la mostra temporanea sui libri d’artista di Corrado Mingardi donati alla Fondazione Cariparma. Sbalorditivo. Troppa, troppa bellezza.

C’è anche tutta una sezione dove puoi consultare i libri editi dalla Franco Maria Ricci Editore, che sono delle robe allucinanti, bellebelleinmodoassurdo. Così tanti soldi che il signor Franco Maria pubblica davvero il cazzo che gli pare, con livelli altissimi di qualità, nomi altisonanti, storie amene, esotiche, monografie improbabili, collane prestigiose, arte e grafica da orgasmi multipli.

Infine, un trip nel trip: un’intera sala dove erano esposte le tavole del Codex Seraphinianus, “enciclopedia di un mondo parallelo”, illustrazioni di un mondo surreale, incredibile, assurdamente geniale, e didascalie scritte con caratteri anch’essi inesistenti. Grazie a tutti.

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Ecco, scusate ma era proprio necessario che queste scoperte sbalorditive non andassero perdute. Io come gita fuori porta domenicale ve la consiglio proprio.

B.

 

 

 

 

 

 

Le uscite editoriali di febbraio

Ed ecco una nuova esaltante carrellata di libri che vi faranno sentire un essere inutile e impotente.

Non è vero, è la mia personalissima e adorabile selezione delle uscite del mese appena concluso.

A me rimane una lista ordinata di tutte le uscite editoriali che mi interessano, a voi una prova del mio disagio e alcuni spunti di lettura.

Trattandosi di libri “che mi interessano”, significa ovviamente che quelle elencate di seguito non sono tutte le uscite delle case editrici citate (o che pubblicano in terra italica), ma quelle che vorrei, prima o poi, leggere. Si tratta solo di narrativa, quindi romanzi e racconti, no saggistica, no graphic novel (piccola eccezione una raccolta di poesie, questo mese). No ristampe, no nuove edizioni se non particolarmente degne di nota (e qui mi sembra almeno un paio ve ne siano). Ci sono dei libri che forse non acquisterei ma a cui vorrei comunque dare una possibilità. Mi rendo conto che invece ci sono delle cose a cui una possibilità non gliela voglio dare manco per sbaglio. Scusatemi.

Anche a ‘sto giro, se secondo voi mi sono persa qualcosa di fondamentale, segnalatemelo, così come se vi sembra che abbia incluso qualcosa di trascurabile. Per la vostra comodità ho messo il link diretto alla scheda on-line del sito della casa editrice. Approfittate del mio disagio mentale e fatevi la vostra sottolista :).

Buone letture e buon week-end!

B.

CASE EDITRICI INDIPENDENTI

66thand2nd

Baldini+Castoldi

Casa Sirio

e/o

Elliot

Fandango/Playground

Fazi

Giulio Perrone Editore

  • Paola Cereda, Quella metà di noi

Keller

Iperborea

Il Saggiatore

La Nave di Teseo

La Nuova Frontiera

Lindau

Marcos y Marcos

minimumfax 

Neo 

NNE

Racconti

Sellerio

Sur

Tunué

 

GRUPPI EDITORIALI

Einaudi

Feltrinelli

Frassinelli

Giunti/Bompiani

Marsilio

Mondadori

Neri Pozza

Ponte alle Grazie

Rizzoli

Solferino

Le uscite editoriali di gennaio

Sì, ho dei seri problemi ma penso che condividerli sia la scelta migliore.

A me rimane una lista ordinata di tutte le uscite editoriali che mi interessano, a voi una prova del mio disagio e alcuni spunti di lettura.

Trattandosi di libri “che mi interessano”, significa ovviamente che quelle elencate di seguito non sono tutte le uscite delle case editrici citate, ma quelle che vorrei, prima o poi, leggere. Si tratta solo di narrativa, quindi romanzi e racconti, no saggistica, no graphic novel. No ristampe, no nuove edizioni se non particolarmente degne di nota. Ci sono dei libri che forse non acquisterei ma a cui vorrei comunque dare una possibilità.

Vorrei ribadire che stare dietro alle uscite editoriali è cosa assai ardua, guardate quanti libri sono (e sono una selezione personale!) e tenete in considerazione che ci sono case editrici le cui prime uscite dell’anno sono previste a febbraio, quindi la prossima lista sarà ancora più corposa.

Se secondo voi mi sono persa qualcosa di fondamentale, segnalatemelo, così come se vi sembra che abbia incluso qualcosa di trascurabile. Per la vostra comodità ho messo il link diretto alla scheda on-line del sito della casa editrice. Approfittate del mio disagio mentale e fatevi la vostra sottolista :).

Buone letture e buon week-end!

B.

 

CASE EDITRICI INDIPENDENTI

66thand2nd

Adelphi

Chiarelettere

e/o

Elliot

Fazi

Keller

La Nave di Teseo

La Nuova Frontiera

Lindau

minimumfax 

NNE

nottetempo

Sellerio

SEM

Sur

Voland

 

GRUPPI EDITORIALI

Bollati Boringhieri

Einaudi

Feltrinelli

Giunti/Bompiani

Guanda

Mondadori

Neri Pozza

Ponte alle Grazie

Rizzoli

Solferino