Oggi qui in Toscana ricomincia la scuola, e allora mi sembra un ottimo pretesto per un Motivational Monday – anche perché, bimbi miei, ce n’è di molto bisogno: Lunedì è il giorno delle streghe e lo sarà sempre, ma qui la paura si guarda in faccia e ci si ride su.
Sono giorni strani, sono giorni complessi, sono giorni faticosi. Della serie che a volte vorrei solo stare sotto le coperte a piangere per la nonna, e un secondo dopo mi si apre un sorriso enorme e mi sale il momento Forrest Gump in cui vorrei solo camminare fino a quando non sono un po’ stanchina.
Sento settembre, settembre sono io, è il mio mese, da sempre, proprio perché era il mese in cui ricominciava la scuola, e a me andare a scuola piaceva tantissimo, anche quando non mi piaceva per niente. La scuola è sempre stato l’emblema di molte delle cose che sono, un misto di nerdaggine, curiosità, voglia di conoscere, e ansia da prestazione, terrore di deludere le aspettative altrui, disagio sociale, isolamento, ma insieme voglia di condivisione, passione, allegria. Non lo so, non lo so, vorrei avere tempo di pensarci ancora tanto, a queste cose, ma mi sto ritagliando giusto cinque minuti per fermarle, che mi devo rimettere subito al lavoro, perché per la prima volta da quando mi sono laureata alla magistrale è arrivato settembre e io ho qualcosa di concreto e bello da fare, non mi devo inventare niente, era già tutto pronto, ed è qualcosa che mi piace tantissimo, e mi sembra una conquista così enorme che no, non riesco a smettere di sorridere, perché avere da fare è bello, avere un obiettivo, credere in qualcosa di superiore, anche se non ho tempo per fare i lavoretti in casa, o per stare sdraiata sul pavimento ad ascoltare sempre le stesse canzoni, per sistemare tutte le cosine che ho accumulato durante il viaggio, per scrivere, di questo viaggio, per mettere a posto i vestiti, per smaltire la pila di libri che ho accumulato negli ultimi mesi (perché finalmente ho accettato il fatto che io in estate non leggo, fine), per fare liste di cosa c’è dopo.
Ma intanto ho rimesso le fodere al divano e da lì tutto in discesa, ho finito di postare le foto su instagram e vi dico, gioia tripudio e gaudio, trascorro notti meravigliose con #Notmygatto – che rende molto difficile la vita del mio futuro fidanzato, continuando ad alzare l’asticella del benessere che mi infonde, ho chiuso il disagio in camera da letto e posso fingere che Happy Home sia perfetta, ho trascorso una notte nel giardino di una biblioteca di provincia ascoltando racconti seduta su teli da mare di alto livello, ho visto l’ennesimo catartico, esplosivo concerto della Rappresentante di Lista, che poi è degenerato in un dj-set con cd della peggio musica fine Novanta anni Zero, che se mi avessero detto che un giorno sarei stata felicissima di ascoltare, ma proprio contenta matta, piuttosto mi sarei tirata giù dal Monte Serra, ho presieduto la Festa di Croci perché quando c’è la sagra, si sta alla sagra.
Dormo poco, ma bene. E siccome non vogliamo farci male, ce la sto mettendo tutta per abbrutirmi, sì, ma fino a un certo punto – perché tanto lo so, io se non mi abbrutisco non do il meglio, ma se mi abbrutisco troppo mi butto di sotto (sempre per la felice serie It’s not easy to be B.). Credo che l’unico problema reale sia che continuo da due mesi ad ascoltare Visiera a becco di Sfera ebbasta tipo in un loop infinito, vi prego aiutatemi, non riesco a smettere. Ah sì, non sono ancora riuscita a finire Orange is the new Black, dannazione. Ma anche se continua a fare caldo ho ricominciato a mangiare di gusto e, appunti per me stessa: scriverne in maniera approfondita. Ho voglia di fare dolci, di rimettere a posto casa, di rinnovare le cosine, di mettere via, fare spazio, perché è settembre, e quando a settembre non ho provato queste sensazioni poi è stata merda, la merda vera, di nuovo. Me lo sono ricordata ieri, anzi me lo ha ricordato Facebook riproponendomi un video che avevo realizzato per GoodBook.it in quanto The Buzzing Page. È stato stranissimo rivedermi. Non facile. Ma importante.
E allora adesso che ho quasi sconfitto la tisi (sono stata giorni sotto cortisone, quando siete malati fateci caso), una delle settimane più lunghe della mia vita è stata archiviata (un tutto a troie continuo), ho scoperto che l’okra mi piace da matti, che mi arrivano notizie di merda da ogni fronte, ma io continuo ad aver voglia di riappropriazione, voglia di stare fuori, voglia di camminare, di scoprire, ma pure voglia di stare dentro, di leggere, di colorare, di guardare compiaciuta i miei libri. Adesso che è un giro di schiaffi – e che la vita continua appunto a prendermi a ciaffate, è sempre più chiaro che non c’è altro da fare, senza bestemmiare zitto e non fiatare, perché non provavo questa sensazione di appartenenza e adesione a me stessa da anni, con in più il sollievo dell’essere finalmente consapevole dei miei limiti e non voler fare la super eroina a tutti i costi – che è faticoso eh, a combattere contro se stessi si dura una fatica che signoramia, ma mi metto le cuffie, ne ho comprate di nuove ed enormi, e via andare, basta autosabotarsi, guardare il cielo e sentirsi meglio, mi sono anche rimessa in pari con quello che è successo ad agosto grazie a PropagandaLive, che cosa voglio di più. Non penso, trattengo il respiro, studio l’apnea, penso alle cose belle, perché pensare a quelle brutte no bimbi, non ce la posso più fare.
E allora viva il Back to school, viva quell’ansiella da compiti da finire, viva la gioia di ricominciare, voler dormire ancora cinque minuti, preparare lo zaino, sentire l’emozione di un nuovo quaderno, credere che tutto potrà cambiare. Io ci credo davvero, mi sono resa conto di questo, e non ne provo vergogna.
Chissà cosa quante cose saranno cambiate quando arriverò a questa pagina del diario.
Lo scrivo ancora Maggica, puoi continuare a prendermi in giro <3.
B.