Se in biblioteca appare il futuro. Cosa è stato “L’anno che verrà”

L’anno che verrà è stato un mondo parallelo e meraviglioso; e io voglio solo darvene delle suggestioni, nelle mie poche parole ormai d’ordinanza, perché ho provato a scrivere un racconto filologico delle giornate del festival, ma mi sembra posticcio e non più mio, e invece adesso, dico proprio in questo mio momento storico, so di certo che questo blog è una cosina che sto facendo per me e per la mia sanità mentale, e non ha senso che io provi a essere qualcosa che non sono e che non riuscirò mai a essere (ma sul mio instagram trovate, nei contenuti in evidenza, le stories che ho dedicato a tutto ciò che è successo dal 26 al 28 ottobre).

  • L’anno che verrà è una figata innanzitutto perché è ubicato alla Biblioteca San Giorgio di Pistoia, luogo che a me fa dire “Europa”, mi trasporta nel concetto di bello che ho sempre avuto in mente, nel concetto di spazio che ospita cultura conoscenza condivisione. E io sosterrò sempre che se il luogo ospitante ha queste premesse, e mentre cammini e ti guardi intorno respiri già un clima che predispone al benessere, tutto diventa molto più facile.
  • L’anno che verrà è una vera chicca all’interno del panorama dei festival libreschi proprio per il fatto che gli ospiti sono gli interni più interni delle case editrici, ovvero gli editor e gli editori, che presentano gli autori che pubblicheranno nel 2019 e offrono pure una panoramica del catalogo in costruzione. Tutto ciò ha del sorprendente, perché si tratta di romanzi ancora non chiusi, alcuni ancora in corso di scrittura, altri in fase di editing, con titoli provvisori, date di uscite incerte, scaramanzie varie e aloni di mistero che aleggiano sulle trame e i personaggi. Io mi sono esaltata tantissimo a entrare nel meccanismo dello spoiler fatto con stile, e dato che sono curiosa come una scimmia e ho una mente suggestionabile ho goduto davvero a pieno dell’hype che si è creato intorno ai titoli presentati.

l'annòcheverrà

  • L’anno che verrà aveva programmaticamente l’intenzione di “essere un festival di tutti e per tutti”, e il mio personale giudizio è che ci è riuscito in un modo che forse non avevo mai visto: ho avuto la sensazione di una tre giorni davvero partecipata e sentita, serena, pacata, vissuta abbestia da tutte le genti, che fossero addetti ai lavori o pubblico o corsisti.
  • L’anno che verrà è stato organizzato alla perfezione, e io che ho la simpatica mania del controllo sulle cose ho proprio goduto tantissimo perché tutto è andato liscio liscio, e una cosa difficile come “fare cultura” è sembrata facile e “normale”. Questo grazie a quel vulcano del Martino Baldi, che credo si sia già conquistato (oltre alla mia stima e al mio bene) il diritto, almeno, a un mezzo busto all’ingresso della biblioteca.
  • L’anno che verrà è stato tante parole che mi sono rimaste in testa, confronti, chiacchiere buffe, bottiglie di bianco sbocciate all’improvviso una via l’altra, vecchie e nuove conoscenze, sorellanza, case editrici a cui voglio un monte di bene, una punta d’orgoglio che tanti personaggi importanti del panorama culturale italiano fossero proprio a Pistoia, nuove storie da scoprire e da aspettare.

Il mondo dell’editoria è strano. Tanto. Complesso e ossimorico. Ne ho parlato con tre autori presenti al festival, non interviste ma chiacchierate, e ci farò un post prossimamente. Però alla fine c’è sempre qualcosa che mi spinge ad amarlo questo mondo, e a volerlo approfondire sempre di più, provare a capirlo, sviscerarlo, fare l’autopsia su un cadavere ancora caldo e che potrebbe tornare a respirare da un momento all’altro. E L’anno che verrà secondo me aggiunge qualcosa di importante. Alla sua seconda edizione penso che abbia vinto la scommessa del puntare a fare qualcosa di serio, importante, ma in maniera umana e sincera, e un pochino diversa. Io questa diversità l’ho percepita, e mi ha fatto sorridere di contentezza.

B.

Ps: se volete leggervi un resoconto molto più sul pezzo del mio, qui Irene Di Natale ve la fa proprio pigliare bene abbestia :). Irene l’ho conosciuta al festival insieme a Massimo, insieme hanno creato il Progetto Nero su Bianco, a proposito di passione e cose belle.

Baldoria letteraria in arrivo: Il ronzio del festival, ovvero coseconlab per L’anno che verrà

Metà ottobre è passato e questo vuol dire solo una cosa: L’anno che verrà sta arrivando (25-28 ottobre)! Si sente l’hype (quanto, quanto mi piace la parola hype), c’è fermento, c’è brusio e ci sarà Il ronzio del festival, che sì, specifichiamolo, è un richiamo a The Buzzing Page, perché oh, alla fine io proprio quello volevo essere, una vivace, animata e rumorosa Bea che saltella felice agli eventi libreschi di ogni sorta. E L’anno che verrà sembra racchiudere tutto ciò che io adoro di più, attraverso l’inedito punto di vista dello sguardo verso il futuro invece che sul presente. A me ‘sto concetto mi intriga da morire, perché in effetti ha molto senso, cioè io lo avrei chiamato pure PBW, Pistoia Book Week-end strizzando l’occhio alle fashion week delle varie capitali della moda che presentano le loro collezioni per le stagioni a venire – che poi Pistoia l’anno scorso mi era pure capitale della cultura, quindi proprio non fa una piega.

Ecco, a Pistoia gli editori spiffereranno le novità più interessanti in pubblicazione, presentando autori e libri che usciranno nei prossimi mesi. E siccome la casa del festival è una biblioteca, e uno dei principi cardine delle biblioteche è la bibliodiversità, ci saranno sia i grandi editori che gli editori indipendenti, e pure gli audiolibri! Per farvi capire la qualità, ve li elenco tutti – ma proprio tutti:

L'anno che verrà

La cosa davvero bella è che non ci sarà nessun evento che si sovrappone, solo la volontà di mettere in connessione chi fa i libri, chi li scrive e chi li legge; e oltre agli incontri con gli editori ci saranno quelli di scouting, di formazioni su lettura e scrittura, reading, spettacoli con canzoni e storie, lo speed date letterario e attività per bambini. Qui vi agevolo il programma completo.

Questo simpatico sito avrà l’onore di raccontare, aspiro in tempi di quasi diretta, tutto ciò che sarà L’anno che verrà. Vagare per festival e poi raccontarli è ciò che ho sempre fatto, e poterlo fare con un’autorizzazione ufficiale mi darà la possibilità di curiosare ancora di più dentro le quinte, fare foto alla qualsiasi senza provare vergogna, intervistare autori ed editori e lettori e aspiranti scrittori e insomma tutti, e cercare di farvi vivere le atmosfere surreali ma belle che si respirano nei giorni di festival (però voi non state a casa aspettando i miei racconti ma venite a Pistoia!). Il call of paper che avevo lanciato a settembre è sempre valido: se hai voglia di unirti a me e provare l’ebrezza di vivere una manifestazione culturale così figa da vero attore principale, scrivimi e diventa anche tu un redattore del Ronzio del festival! Davvero, la mia casella di posta aspetta in gloria le vostre mail: beatricetomasi@hotmail.it

B.