Una sarabanda di libri a caso #1

Quando riprendo le fila della mia esistenza la prima cosa che certifica l’avvenuta rimessa nel mondo è la cura per libri: ricomincio a dedicare loro grandissima parte del tempo, a condividere quelli che leggo in real time (purtroppo non ancora su Real Time), ad aggiornare l’elenco di quelli letti e a spupazzarmeli tutti. Sistemando i volumi nelle nuove librerie mi sono resa conto di quante storie belle ho letto e con cui non vi ho tediato: non me ne capacito, sono qui con la mia espressione incredula e sdegnata da circa un paio d’ore (questa).

E visto che, è incredibile LO SO, siamo in piena estate, mi sembra allora il momento perfetto per prendermi questo piccolo impegno settimanale, che magari a qualcuno queste listine di libri sparsi possono tornare utili.

  • Sara Taylor, Il contrario della nostalgia, minimum fax, 2018: mamma mia quanto, quanto è bello questo libro. Madre e figlia, viaggio, Stati Uniti, disagio, romanzo di formazione all’incontrario, parole che si appiccicano e descrivono alla perfezione momenti, sensazioni, vuoti. Ci si sposta e ci si ferma e si inseguono donne diverse, si chiamano tutte Laura e sono state fondamentali nella vita della madre di Alex, voce narrante e portante. Una di quelle storie che ti costringi a leggere piano, perché ad ogni pagina che ti lasci indietro inizi a sentire proprio la nostalgia.
  • Jane Sautière, Guardaroba, laNuovafrontiera, 2018: questo me lo tenevo da leggere da un bel un po’ di mesi, ed è stata una delle prime letture che sono finalmente riuscita a fare nei giorni della quarantena. E continuo a pensarci, e penso anche di averlo tirato fuori proprio al momento giusto. È un memoir intimo e delicato, in cui l’autrice ripercorre la propria vita attraverso gli abiti che ha indossato. Un’idea semplice no? Eppure, non credo fosse così facile da realizzare. Andate oltre le prime pagine, e non riuscirete più a staccarvene e a sottolinearne le parole.
  • Stefan Zweig, Mendel dei libri, Adelphi, 2008: questo è un gioiellino, una piccola cosina letteraria preziosa, non solo per chi è infognato nella letteratura, ma proprio per chiunque voglia capire cosa significhi scrivere santinumi ammodo. Sarebbe proprio da portarselo sempre dietro e rileggerlo a giorni alterni. Perfetto da regalare a chi si vuole bene per davvero (e poi Zweig di cosa stiamo parlando insomma). Io lo avevo scoperto, ai tempi, grazie a internostorie.
Intermezzo con Mimì Magia dell’integrazione massima a Happy Home
  • Julio Ramón Ribeyro, Solo per fumatori, laNuovafrontiera, 2013: otto racconti che all’improvviso ti rendi conto di aver divorato, così densamente sudamericani. Conosciuto grazie a Fofi, era la prima volta che leggevo un peruviano: è incredibile come si senta la differenza tra ciascun paese d’origine, e allo stesso tempo pure quella cosa che se uno leggesse senza sapere né titolo né autore dopo poche righe esclamerebbe hey, ma questo è un sudamericano! Ho apprezzato l’abilità di Ribeyro nel destreggiarsi nell’arte del racconto, e come sia riuscito a far sfiorare, in certe storie, il realismo col fantastico. Il racconto che dà il titolo alla raccolta è chiaramente il mio prefe.
  • Allan Gurganus, Non abbiate paura, Playground, 2014: questa fu una scoperta pazzesca, una delle tante fatte grazie alla biblioteca di Baselga che l’estate fa il mercatino di libri. Una storia agghiacciante e quindi perfetta da leggere quando ti sudano pure le palpebre, è tutto un esclamare a voce alta nommaddavero e ommioddio e però quanto è scritto bene! Non aggiungerei di più perché si rovina tutto, quindi consiglio a voi di leggerlo e a me di recuperare gli altri titoli, come mi ero prefissata nel ’16, di questo poco noto ma dice fondamentale scrittore ammerrigano.

Grazie di essere passati, a presto, saluti e baci.

B.

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