Rachel Khong, Bye bye vitamine!

Bye bye vitamine! è una specie di memoir: siamo quindi nella non-fiction, ovvero scrittori che parlano di fatti propri – che poi boh, penso che quando qualcosa si posa su carta destinata a un lettore che non sei tu diventa immediatamente fiction, narrativa, invenzione, diobonino letteratura se fatta ammodo, fate voi. Comunque. Si parla di malattia ed è una cosa che tendenzialmente non prediligo, temo il melò o la superficialità. Rachel Khong invece fa bene (come i calciatori) perché riesce a scrivere un diario infilandosi negli interstizi del disagio: fa emergere le piccolezze dell’Io, le paure ataviche, i pensieri meschini, ma anche racconta di momenti di dolcezza estrema che ti fanno venire voglia di abbracciare il primo che passa (o il gatto del vicino nel mio caso). 

Il tema del ricordo è preponderante ed è affrontato sia dal punto di vista di Ruth, la protagonista, che ha appena concluso una relazione – e cerca di riafferrarne pezzi, che da quello del padre, che appunto soffre di Alzheimer – e quindi mi inizia a fare cose a caso perché non si ricorda più come si fanno; le descrizioni sono minute e disarmanti, ironiche e delicate.

Una delle mie manie è proprio quella di ricordarmi tutto quello che succede, è una missione: diari, scatole, foto, pezzi di vita raccolti con amore, liste (e pagine bianche e vuoti e momenti di boh eh). Ho quindi trovato meraviglioso il taccuino su cui il padre di Ruth aveva scritto annotazioni su quando era piccina – ciò che lei gli chiedeva o cose buffe che faceva. Leggerle ti fa sorridere e chiudere un pochino lo stomaco. Sarà poi Ruth a fare la stessa cosa per il padre:

Oggi ti ho sorpreso in garage che mangiavi le pesche del kit di sopravvivenza per terremoti. Ti ho fatto compagnia. Abbiamo bevuto lo sciroppo e poi i pacchetti d’acqua.

Eccomi qua, a collezionare momenti al posto tuo.

Collezionare – credo sia questa la parole chiave. A meno che sia momenti.

Siamo poi in quel filone di letteratura americana delle piccole cose che io adoro, e quindi è un’ottima lettura per chi ama la provincia, la sfiga della provincia, il disagio della provincia. Le immagini che Rachel Khong ci offre sono nitide e le sensazioni che trasmettono ti si appiccicano addosso.

Infine ho goduto tantissimo a leggere la “Nota del traduttore”, in cui Silvia Rota Sperti ci racconta l’importanza che hanno le parole in questo romanzo, e di quanto l’autrice sia stata funambolica nel giocare con esse. Plauso a NNE per queste chicche.

  • Rachel Khong, Bye bye vitamine!
  • Titolo originale: Goodbye, Vitamin
  • Stati Uniti
  • Traduzione dall’inglese di Silvia Rota Sperti
  • NNE, 2019 (febbraio)
  • Pp. 192
  • € 17

B.

Ps. Grazie D. per questo super-regalo di compleanno <3.

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