Nella didascalia a uno dei miei selfie super spontanei avevo dichiarato che lunedì sarebbe uscito il post su Book Pride. Beh, non avevo specificato a quale lunedì mi riferissi, oggi è lunedì e quindi vi beccate il veloce resoconto su una delle mie manifestazioni libresche preferite.
Brevi cenni storici su Book Pride
Book Pride nasce a Milano nel 2015 dalla volontà di ODEI, l’Osservatorio Degli Editori Indipendenti. Si tratta quindi di una fiera Nazionale dell’editoria indipendente, che rivendica l’orgoglio di quegli editori che hanno un progetto editoriale preciso, specifico, e lo perseguono a scapito dell’essere additati come lottatori vs mulini a vento. Dalla quarta edizione milanese Book Pride ha un direttore creativo, Giorgio Vasta, scrittore e figura di spicco (e spessore) nel mondo dell’editoria italiana. Questa di Genova è già la seconda edizione, e forse mi espandono il progetto anche in altre regioni italiane.
Perché Book Pride mi scatena il fangirlismo
- Perché alla prima edizione io c’ero e posso dire che di strada ne hanno fatta tantissima.
- Perché è organizzato ammodo, a ingresso libero, la comunicazione funziona, ogni dettaglio è al suo posto, grafica, eventi interessanti e ben curati, stand professionali, attenzione sacrosanta agli editori, coinvolgimento della città tutta (con Genova hanno portato la città a Palazzo Ducale e la fiera nei carruggi della città con gli eventi off).
- Perché so che chi ci lavora ci mette l’anima il cuore e le occhiaie, e i risultati si vedono.
- Perché è l’occasione perfetta di farsi consigliare i libri direttamente da chi li pubblica, salutare i volumi già letti sperando che vengano amati da qualcun altro come li hai amati tu (o farcisi fare foto insieme, come con Cereali al neon di Sergio Orrici dei miei adorati effequ), prendere spunto per le prossime letture, scoprire le nuove uscite, dilungarsi in abbracci e sorrisi.
In particolare, quel sabato 29 settembre:
- C’era anche Marina di Book-à-porter, che fa i portalibri da viaggio più belli del mondo – e io non ho potuto fare a meno di prenderne uno da regalare alla mia sister. Marina sarà anche al Pisa Book Festival (9-11 novembre 2018), vi consiglio di non farvi scappare una delle sue creazioni meravigliose.
- Ho mangiato solo focaccia (ne arrivavano vassoiate stracolme tra gli stand, BRAVI).
- Ho riabbracciato finalmente la mia Terrie/Fra/Nuvole d’Inchiostro, e l’ho ascoltata presentare Brave con la lingua, raccolta di racconti a cura di Giulia Muscatelli edito da Autori Riuniti. Brava Fra, brave tutte.
- Ho smaniato davanti agli stand dei miei editori del cuore e imprecato interiormente per l’impossibilità oggettiva di acquistare un libro da ciascuno (ma ne ho segnati tantissimi e ve li dico next time).
- Mi sono portata a casa il sopracitato Brave con la lingua, Happy hour di Mary Miller edito da Black Coffee, Stamattina stasera troppo presto di James Baldwin edito da Racconti edizioni (e anche di queste due case editrici vi vorrei parlare in un futuro prossimo) e Il narratore di verità di Tiziana D’Oppido edito da LiberAria (casa editrice di cui avevo raccontato qui).
Lunga vita a Book Pride <3.
B.
2 pensieri riguardo “Book Pride Genova, o di quando le cose funzionano”